EXHIBITION
IRAA Theatre/ Nuovi Paesaggi Urbani/ Teatro di Dioniso
Exhibition
Di Cuocolo/Bosetti
Con: Roberta Bosetti
Regia: Renato Cuocolo
Curatrice: Gaia Morrione
Produzione:
IRAA Theatre (Melbourne)
Nuovi Paesaggi Urbani (Roma)
Teatro di Dioniso (Torino)
Amministrazione: Paola Falorni
Ufficio Stampa: Paola Maritan
Ho un museo nella testa
Exhibition è il nuovo spettacolo della pluripremiata coppia italo/australiana Cuocolo/Bosetti.
Pensato per i musei, si interroga sulla naturadell’esibizione dell’arte. Un gruppo di venticinque visitatori muniti di
radio guide attraversa gli spazi museali guidati dalla voce dell’attrice performer.Attraverso il flusso delle parole della
performer, di fronte a noi prende forma una galleria d’arte irripetibile.
Una mostra orale dove quadri e autori sono collegati dall’inciampo del ricordo.
Un museo immaginario fatto di quadri visti e vissuti a cui collegare un momento,
un’esperienza della nostra vita.
Le immagini dei quadri e le immagini della vita. formano un museo interiore.
Tutto il museo risulta reinterpretato e intensificato da questa interazione.
Lo spettacolo – senza alterare gli spazi esistenti ma anzi facendo proprio il senso di immutabilitàche li caratterizza –
opera un détournement del museo. Il risultato è la scoperta, dentro un luogo perfettamente reale, di un luogo
nascosto, introspettivo e intimo, dove esistono sempre la possibilità di disorientarsi e la probabilità di perdersi.
Perché attraversare un museo vuol dire sempre creare una propria mappa, una psicogeografianella quale visto,
conosciuto e vissuto si intrecciano.
Un museo senza mura che lo trasforma da spazio di conservazione in un teatro
di esperienze.
La storia di Exhibition è una storia di abbandoni.E’ un interrogarsi sul posto dell’arte nella nostra vita.
I musei li frequentavo da giovane, allora cercavo
delle risposte. Ora ritorno lì per sapere se
i quadri possono davvero riparare un danno.
Ci serviranno questi quadri?
Ci salveranno questi quadri? C/B
Exhibition è un’opera site specific, che di voltain volta sarà adattata al luogo e al contesto in cui verrà presentata.
Gaia Morrione
L’arte sarà sempre autobiografica e l’autobiografia sarà sempre fittizia.
Ci è sempre piaciuto guardare avanti, faredelle prove di futuro.
Abbiamo immaginato un teatro da farsi dopo la catastrofe. Un teatro che rimetta in discussione la sua funzione,
l’idea di comunità, le sue possibilità tecniche, la distanza tra attore e personaggio, la relazione tra realtà e finzione.
Il teatro dovrà tornare ad essere essenziale.Ci rimarrà lo sguardo. E la parola e la voce.
Lo sguardo dovrà cambiare. Lo stupore di quello che vedrà sarà d’aiuto. La nuova situazione
sarà come un allenamento costante a non percepire niente come insignificante.
Le cose hanno una loro voce bisognerà imparare questa lingua silenziosa. Questa è l’esperienza
del perturbante. Tutto quello che vedremo e che una volta ci era stato familiare ora acquisterà un effetto
disturbante, non familiare, un lontano “qualcosa” molto vicino a noi. L’ordinario non sarà più ordinario ma
straordinario.
L’esperienza di uno sguardo diverso sul mondo è già ben conosciuta oggi.
Personalmente abbiamo iniziato a praticarla direi da molto tempo.
D’altronde i luoghi, gli oggetti, i volti, le storie incontrate per caso, aspettanosemplicemente che qualcuno li guardi.
Il fatto è che c’è sempre stata e in futuro sempre più ci sarà nella realtà una zona di mistero.
Il teatro si specializzerà nell’esplorazione di questa possibilità.
Il teatro che verrà dopo la catastrofe partirà dal nostro sguardo interiore sul mondo.
Ma non è stato poi forse sempre così?
Almeno per le cose che ci sono rimaste, che ci hanno influenzato, che hanno avuto un senso meno effimero?
Borges scrive di un pittore che volendo dipingere il mondo, dipinse laghi, colline, e monti e boschi, barche e animali
morti e uomini. Alla fine della vita, mettendo insieme i quadri
ed i disegni si accorge che questo immenso collage costruiva il suo volto.
L’arte sarà sempre autobiografica e l’autobiografia sarà sempre fittizia.
Ma tutto questo sarà nuovo, dato che nel futuro non ci sarà niente di antico sotto il sole.
Almeno così credo e di certo è un privilegio avvicinarsi alla fine credendo ancora in qualcosa.
Cuocolo/Bosetti
IRAA Theatre / Nuovi Paesaggi Urbani / Teatro di Dioniso