Underground
Underground
Roberta nel metrò
Quindicesima parte di Interior Sites Project
Underground è costruito come un lavoro site-specific per le metropolitane delle grandi città europee.
Uno spettacolo per venticinque spettatori in viaggio. Ci si sposta attraverso il sistema della metropolitana cittadina guidati dalla voce di Roberta Bosetti usando il sistema delle radioguide.
Parte dal teatro. Dal foyer per lasciare il teatro ed attraversare la città. Si cammina insieme e si raggiunge la metropolitana, lì sotto incontreremo Roberta che ci accompagnerà in un viaggio sotterraneo.
Guardare dal basso la città che cambia.
Underground continua e sviluppa ulteriormente l’Interior Sites Project
Alla base c’è un’idea e soprattutto una pratica di teatro.
Una sorta di ecologia teatrale che si basa sull’esistente. Che ricicla e trasforma l’esistente: parte dalla nostra vita e usa quello che è a portata di mano: i luoghi che abitiamo, le case, le strade gli edifici pubblici e privati e ora il sistema di trasporto pubblico sotterraneo. Cerchiamo di far emergere da quei luoghi la memoria, il genius loci, i valori e il senso rimosso, che li illumini attraverso l’incontro con lo spettatore.
Underground è situato in uno spazio reale: il sistema metropolitano di trasporto cittadino. Uno spazio pubblico, in cui si è isolati. In cui si tocca con mano la distanza tra noi e l’altro. Apparentemente vicini, condividiamo lo spazio e l’andare, eppure così distanti. Ognuno chiuso nel suo mondo, fatto di piccoli aggeggi luminosi, di mondi chiusi e separati.
Andare insieme. Condividere. Immaginare e sentire il peso della città sopra di noi.
Un lavoro sui paesaggi interiori. I luoghi familiari della città che si trasformano in perturbanti. Si aprono all’ascolto.
Attraversare gli spazi urbani vuol dire fare collidere interiorità ed esteriorità, la vita interiore della persona e la vita della città. La voce di Roberta si incontra e scontra con i ritmi, le simbologie ed i suoni della città creando un senso ulteriore rispetto al testo di partenza. Si percorre insieme un paesaggio geografico e mentale.
Ci porta verso una città inconscia che ci guida attraverso le contraddizioni del presente.
Viene in mente l’affermazione di Hofmannsthal: “l’uomo scopre nel mondo solo quello che ha già dentro di sé; ma ha bisogno del mondo per scoprire quello che ha dentro di sé.”
Al centro di tutto questo c’è lo sforzo di ristabilire una comunicazione diretta con lo spettatore. Qualcosa che lo tolga dall’abitudine, che lo metta in gioco, che crei uno sguardo differente.
Il rapporto con lo spettatore non ha mai cessato di stimolarci e in questi anni abbiamo continuato a lavorare su questo elemento che rimane per noi vitale e provocante dato che ci costringe a ricordarci di farci ancora e ancora la domanda su che cosa importi veramente, dove si possa lasciare un segno e su chi lasciarne il peso.
Underground guarda lontano, annuncia la tempesta, scandagliando quello che arriva.
Lo spettacolo esordisce al Napoli Teatro Festival e viene poi presentato nelle principali metropolitane italiane.