decalogo
Il Teatro che voglio fare
(confidenzialmente detto Il Decalogo)
1 – Il Teatro è un’arte contaminata. Un’arte contaminata dalla vita.
(Il corpo dell’attore, il luogo fisico, la presenza dello spettatore)
2 – Il Teatro è un’arte contaminata. Un’arte contaminata dalla Morte.
Appena nata sta già morendo. Il teatro non ha una forma che resista al tempo.
3 – Il teatro è un’arte contaminata. Un’arte contaminata dal caso.
Ogni rappresentazione è per definizione incompiuta e lasciata
al respiro dello spettatore. Lo spettatore è uno sconosciuto che tiene le redini del caso.
4 – Accettare la natura propria dell’arte teatrale portarla alle estreme conseguenze mettendo più vita nel teatro e più teatro nella vita. Accettare la caducità e casualità del teatro, farne elementi centrali della creazione.
5 – La creazione non è un’idea. Vado, vengo, guardo, annuso. Quello che aspetto è il fatto significativo, spesso un piccolo fatto, che non manca mai di accadere. Tutto sta ad essere sul posto quando avviene.
6 – Partire dall’autobiografia non perché le nostre vicende personali siano così importanti ma per la consapevolezza che le nostre vite e quelle degli altri
non sono poi così dissimili.
7 – Annullare la distanza tra attore e personaggio. Essere entrambe le cose. Sono un attore e interpreto me stesso.
8 – Spazio della vita e spazio del teatro, realtà e finzione si devono sovrapporre.
Per fare questo dobbiamo usare i luoghi per quello che realmente sono. Case, Hotel, Teatri non sono scenografie ma trappole per la realtà.
9 – Il numero di spettatori è limitato. Lo spettatore è un ospite.
La relazione è intima e interattiva. Assistiamo al collasso della distanza. Ci troviamo immersi e contemporaneamente distanti. La situazione è iperreale.
10 – Questa simulazione mette in gioco la realtà della legge e dell’ordine. Ricerca le tracce di un’alterità che rifiuta di essere totalmente addomesticata.L’effetto perturbante di ciò che non è familiare nel familiare, di ciò che c’è di non addomesticabile nella domesticità. L’ordinario diviene straordinariamente perturbante.